MUSEO ISLAMICO DI TRIPOLI

“Emblema dello storico legame tra Italia e Libia, scrigno dei tesori islamici”

LA STORIA
Il Museo Islamico è ospitato dalla ex Villa Volpi a Tripoli, che si trova nella zona di al Sur e precisamente in Shari’ Sidi Khaliffa, a pochi chilometri a sud del centro della Medina.

Utilizzato per circa due secoli come residenza di villeggiatura prima da nobili turchi e poi dal Conte Volpi di Misurata e da sua figlia, dal 1973 al 1992 è stato il primo Museo Islamico della Libia, poi chiuso per problemi strutturali fino al giorno d’oggi quando è iniziato il restauro.

Sorta nel XIX secolo come residenza di campagna per una famiglia di nobili turchi, è divenuta negli anni ‘20 del ‘900 la residenza ufficiale del veneziano Conte Volpi di Misurata che la arricchì con elementi tipici delle ville venete, per poi acquisire, in epoca più recente, funzioni museali. La costruzione dell’edificio è attribuibile al governatore turco Ali Pasha Al Garamalli che fu a capo della città di Tripoli dal 1832 fino al 1835.

Dopo la morte del governatore l’edificio fu abbandonato e solo alla fine dell’800 venne acquistato dalla famiglia Abu Dalghussa che lo restaurò, senza apportare alcuna modifica, rispettando la costruzione originale. Da allora venne sempre utilizzato dai governatori turchi come dimora di villeggiatura.

Durante l’occupazione italiana l’edificio fu requisito dal governatore della Tripolitania Giuseppe Volpi che eseguì un nuovo restauro, conservando lo stile originale, per adattarlo ad abitazione.

Alla morte del conte Volpi, la figlia Anna Maria Cicogna Mozzoni Volpi, pur rispettando in parte lo stile architettonico originale della villa ex-Garamalli, ampliò l'edificio con la costruzione della sala dei ricevimenti, un'ala ex novo riservata alla servitù e due appartamenti al primo piano.

A lei si attribuiscono anche gli arredi in stile orientale delle stanze e la nuova composizione del grande giardino che circonda villa.

Sino alla fine degli anni ’60 la villa fu abitata dalla contessa Volpi.

Dopo la Rivoluzione del 28 ottobre 1969 l’edificio fu affidato al Dipartimento dell’Antichità; nel rispetto della struttura preesistente vennero apportate alcune modifiche agli ambienti interni per destinarlo a primo Museo Islamico della Libia, con l’inaugurazione avvenuta alla fine dei lavori nel 1973.

Nel 1992 il museo venne chiuso al pubblico dopo il verificarsi di alcuni problemi strutturali ma i lavori di restauro a solai ed impianti, iniziati nel 1997, non sono mai stati completati.

IL PROGETTO

Il progetto del Museo Islamico prevede la realizzazione di un museo di storia e cultura islamica attraverso il restauro conservativo dell’ex Villa Volpi, un edificio che racchiude in sé due modelli architettonici: lo stile italiano di inizio '900 e lo stile turco ottomano di epoca precedente.

Il progetto di riqualificazione, restauro conservativo, ampliamento strutturale e allestimento punta a realizzare il nuovo polo museale e culturale della città di Tripoli.

Due gli obiettivi progettuali principali: da un lato la valorizzazione dell’immobile, eccezionale esempio di compresenza di stili architettonici a partire dal nucleo originario ottomano, dall’altro l’ideazione di un nuovo percorso espositivo che cambia la fruizione della collezione e grazie anche a nuovi servizi di alta qualità rivolti ad un pubblico nazionale ed internazionale.

L’intento è quello di mettere in evidenza gli elementi decorativi e architettonici storici, offrire al pubblico l’esperienza sensoriale di trovarsi 

in una villa ottomana e trasformare lo spazio museale in un oggetto esso stesso artistico.

IL RESTAURO

Studio Italia Costruzioni sta lavorando alla completa ristrutturazione dell'edificio.

Il fascino originale del Museo è stato mantenuto con la posa di un pavimento di piastrelle di ceramica ispirate a quelle originali per creare dei giganteschi tappeti decorativi. Le pareti sono state ridipinte e le fasce superiori decorate. Anche i mobili, così come i serramenti originali, sono stati restaurati.

I colori originali del cortile turco ottomano, nascosti sotto strati di vernice, saranno riportati in vita. Il nuovo pavimento con la sua fontana al centro, insieme ai motivi circostanti blu e giallo-arancio, creerà una stanza a cielo aperto mozzafiato.

Particolare attenzione è stata data anche agli spazi esterni, tra cui la piccola corte sud con il suo bellissimo pavimento in mosaico di pietra.

Con il restauro degli interni e dei giardini, si è voluto evidenziare il legame che questo Museo ha sempre avuto con il paesaggio che lo circonda.

Il restauro conservativo ha richiesto l’intervento di numerose maestranze italiane che si sono avvicendate nel cantiere libico. Nel contempo, alcuni progettisti libici sono stati accompagnati in Italia per apprendere la tecnica di alcune particolari lavorazioni.

I NUMERI
8000
Superficie lotto (mq)
2000
Superficie totale (mq)
8000
Volume totale (mc)